La tendenza della giurisprudenza italiana al riconoscimento di un vero e proprio diritto all’immagine in capo alle opere d’arte ha visto una recente ulteriore conferma nella sentenza della Corte d’Appello di Bologna n. 1792 del 24 settembre 2024. La Corte ha infatti – parzialmente – confermato la decisione di primo grado del Tribunale di Bologna, che accoglieva la richiesta da parte del Ministero della Cultura italiano di condanna di un’azienda produttrice di aceto balsamico di Modena per l’indebito utilizzo dell’immagine del celebre ritratto del Duca Francesco I d’Este, realizzato tra il 1638 ed il 1639 dal pittore Diego Velázquez, affidato alle cure della Galleria Estense di Modena.
In particolare, il Ministero della Cultura ha convenuto in giudizio la società che in assenza della necessaria autorizzazione amministrativa e senza versare il canone previsto dalla normativa di riferimento sfruttava l’immagine del dipinto come marchio apposto sui propri prodotti.
La decisione in questione valorizza le disposizioni di cui agli artt. 106, 107 e 108 del D.lgs. n. 42/2004 (cd. “Codice dei Beni Culturali” ovvero, di seguito “C.B.C.”). In particolare, l’articolo 106 C.B.C. prevede che gli enti territoriali e le istituzioni culturali possano richiedere canoni di concessione per consentire l’uso e la riproduzione dei beni culturali che essi hanno in affidamento, e comunque debbano valutare se tali usi sono compatibili con la finalità culturale di tali opere d’arte (disposizione già applicata in diverse decisioni, tra cui Trib. Firenze del 20 aprile 2023, commentata qui, e Trib. Venezia 17 novembre 2022, commentata qui).
I requisiti di legge appena richiamati sono posti a tutela dell’immagine dei beni culturali, al fine di prevenire danni al valore culturale dagli stessi espresso. Secondo la Corte d’Appello di Bologna infatti “al pari del diritto della persona disciplinato dall’art. 10 c.c., può sicuramente configurarsi un diritto all’immagine con riferimento ad un bene culturale in considerazione del suo valore collettivo, che trova il proprio fondamento normativo in un’espressa previsione legislativa ovvero negli artt. 107 e 108 del D.lgs. n. 42/2004, norme di diretta attuazione dell’art. 9 della Costituzione (C. Cost. n. 194/2013), oltre che nei numerosi espressi richiami nello stesso codice al diritto all’immagine e al decoro del bene culturale (artt. 45 co. 1, 49 co. 1 e 2, 52 co. 1-ter, 96, 120 co. 2).” (enfasi aggiunte).
Rigettando la tesi proposta dalla convenuta, i giudici emiliani hanno poi chiarito che la legge non opera alcuna distinzione tra bene culturale inteso come bene materiale ovvero immateriale, fornendo una interpretazione ampia del termine “riproduzione”, che si collega direttamente all’immagine e si sostanzia non solo nella forma esteriore degli oggetti corporei ma anche nella forma impressa su un supporto digitale.
La decisione in commento si aggiunge così alla già numerosa e consolidata giurisprudenza in applicazione delle disposizioni del Codice dei Beni Culturali, da tenere in considerazione da parte di chiunque voglia sfruttare il patrimonio culturale italiano.
English version
The Court of Appeal of Bologna confirms the extension of image rights to works of art: the Duca d’Este case
The trend in Italian case law towards the recognition of image right to the works of art was recently further confirmed in the judgment of the Court of Appeal of Bologna No. 1792 of 24 September 2024. The Court – partially – upheld the first instance decision of the Court of Bologna, which had found in favor of the plaintiff seeking to hold a company producing Balsamic Vinegar of Modena accountable for the unlawful use of the image of the famous portrait of Duke Francesco I d’Este, painted by Diego Velázquez between 1638 and 1639 and housed at the Galleria Estense in Modena.
In particular, the Italian Ministry of Culture brought the proceedings against the company, which had exploited the image of the painting as a trademark for its products without obtaining the necessary administrative authorization and without paying the required royalties:
The decision highlights Articles 106, 107, and 108 of Legislative Decree No. 42/2004 (the so-called “Cultural Heritage Code” or, hereinafter “C.B.C.”). In particular, Article 106 C.B.C. allows local authorities and cultural institutions to request royalties for the use and reproduction of cultural assets under their stewardship, while also evaluating whether such uses align with the cultural purpose of these works of art. This provision has been applied in several decisions, including those issued by the Court of Florence on 20 April 2023, commented here, and the Court of Venice on 17 November 2022, commented here).
The above requirements aim to protect the image of cultural assets, in order to prevent potential harm to the cultural values they express. According to the Court of Appeal of Bologna, “as the right of the person provided for in Article 10 of the [Italian] Civil Code, the image right can certainly be established with reference to a cultural asset, given its public value, which finds its legal grounds in some provisions, namely Articles 107 and 108 of Legislative Decree No. 42/2004, which directly implement Article 9 of the [Italian] Constitution (decision of the Constitutional Court No. 194/2013), as well as in the numerous explicit references in the same code to the image right and the decorum of cultural assets (Articles 45(1), 49(1) and (2), 52(1-ter), 96, 120(2))” (emphasis added).
Dismissing the defendant’s argument, the Court then clarified that the law makes no distinction between cultural assets understood as material or immaterial, adopting a broad interpretation of the term “reproduction”, linking it directly to the image and acknowledging that it is manifested not only in the physical form of tangible objects but also in the form imprinted on an artificial supports.
This decision thus further enriches the extensive and well-established case law regarding the application of the Cultural Heritage Code, which should be taken into account by anyone looking to leverage Italian cultural heritage.