pirate.pngKey4biz riporta la notizia di una proposta di legge statunitense volta a perseguire duramente la pirateria online di contenuti. Pare che essa preveda tra l’altro la definizione come reato grave dello streaming illegale di video a scopi commerciali, punibile fino a 5 anni di prigione se riguarda almeno dieci opere protette da copyright in un periodo di 180 giorni. Non mi è chiaro dalla notizia (cercherò di verificare meglio nei prossimi giorni) come tali disposizioni, , ove approvate, colpirebbero e, in particolare, se colpirebbero i siti web accusati di offrire contenuti illegali, le persone che fanno l’uploading o il downloading di video su e da questi siti, oppure le persone che si limitano a fruire dei contenuti tramite streaming. Questa proposta ci riporta agli ormai noti casi italiani seguiti dal tribunale di Roma che hanno riguardato tra gli altri Google e Yahoo (vedi un mio precedente post qui) e sarà interessante seguirne la strada. E’ probabile che avrà influenze anche da noi. D’altra parte, già il Digital Millennium Copyright Act aveva notevolmente influenzato la nostra direttiva 2001/29/CE, ed anche da noi – ed i casi romani sopra citati ne sono la dimostrazione – si sono ben manifestati i segnali del fatto che le norme contenute in questi provvedimenti legislativi (ormai “vecchi” di più di dieci anni) non sembrano totalmente idonee ad affrontare la realtà di oggi quando si tratta di circolazione di contenuti audiovisivi nella rete.