Nella serata di ieri il Senato ha approvato la proposta di emendamento al DDL di conversione del c.d. “Decreto Milleproroghe” del 29 dicembre 2011, che riscrive per l’ennesima volta l’art. 239 CPI del Codice della Proprietà industriale, in materia di protezione per diritto d’autore delle opere di design classico. Come già annunciata qualche giorno fa sul nostro blog (qui), la proposta di modifica mirava ad ottenere un’estensione del periodo di moratoria a favore delle aziende produttrici di copie degli oggetti di classic design tutelate dal diritto d’autore, attualmente di cinque anni a partire dal 19 aprile 2001. L’emendamento – che proponeva un periodo di moratoria di 15 anni (fino al 2016) – è stato approvato in forma modificata dal Senato, che ha ridotto il periodo di moratoria a 13 anni (fino al 2014). In attesa di vedere cosa succederà in sede di terza e ultima lettura alla Camera, ci limitiamo a segnalare che la sentenza della Corte di Giustizia, nell’esprimersi sulla vecchia versione dell’art. 239 che, prima della riforma 2010, prevedeva una moratoria di dieci anni (caso Flos (C-168/09, anche questa ampiamente commentata qui e qui) si era già espressa nel senso che “un periodo transitorio di dieci anni non appare giustificata dalla necessità di garantire gli interessi economici dei terzi in buona fede, poiché risulta che un periodo più breve sarebbe parimenti idoneo a permettere la cessazione progressiva dell’attività nei limiti dell’uso anteriore e, a fortiori, a smaltire le scorte. Inoltre, una moratoria decennale della protezione del diritto d’autore risulta andare al di là di quanto necessario, poiché, sottraendo dieci anni dal periodo di tutela di un’opera – cioè, in linea di principio, 70 anni dopo la morte dell’autore – l’applicazione della tutela del diritto d’autore è rinviata per un periodo sostanziale di tempo”. Il senato ha quindi “bypassato” la sentenza della Corte. Il testo torna ora alla Camera.