Con decisione del 5 maggio 2014, il Tribunale di Torino ha rigettato la domanda cautelare di Delta TV Programmes nei confronti Google e Youtube, finalizzata ad ottenere un’inibitoria urgente in relazione alla pubblicazione abusiva, su Youtube, di episodi di varie telenovelas di proprietà della ricorrente. Il Tribunale ha rigettato la domanda ribadendo il contenuto delle norme del d.lgs. 7/2003 secondo cui, in sostanza, il “fornitore di servizi della società dell’informazione” che svolga semplice attività di hosting, come nel caso del fornitore di servizi internet di videosharing, quale è Youtube, gode di una deroga di responsabilità in relazione alla eventuale violazione di diritti esclusivi commessa attraverso lo sharing non autorizzato di contenuti protetti, nel caso in cui, in seguito alla diffida ricevuta dal titolare dei diritti, i contenuti siano prontamente rimossi.
Sul punto il Tribunale ha chiarito la necessità che la diffida sia dettagliata e individui gli specifici URL (Uniform Resource Locator) dei contenuti asseritamente abusivi, in modo che il service provider possa procedere immediatamente alla rimozione. Nessun obbligo di sorveglianza preventiva, quindi, e nemmeno di “ricerca” ex post dei contenuti da eliminare. Secondo il Tribunale, infatti, da un lato, un obbligo di sorveglianza preventiva ostacolerebbe grandemente l’attività del service provider e farebbe venir meno “il favor alla diffusione dei servizi della società dell’informazione che il legislatore europeo e nazionale intende attuare e concretare”; dall’altro, “una diffida generica contenente i soli titoli dei prodotti audiovisivi” non sarebbe “idonea a far venir meno la neutralità del gestore e, quindi, ad attivare la sua responsabilità”.
Sembrerebbe un risultato ovvio. In realtà forse non del tutto, visti alcuni precedenti che negli scorsi anni avevano discusso l’ambito di applicazione della deroga di responsabilità in relazione a provider di servizi di videosharing, o quanto meno posto in dubbio, nei caso specifici, la neutralità di certi provider rispetto ai contenuti condivisi dagli utenti, emettendo provvedimenti di inibitoria pro futuro nei confronti dei provider stessi. Si vedano precedenti post qui, qui, qui, qui, qui e qui.