According to the latest decision of the CJEU on the concept of PDO/PGI “evocation”, the use of figurative signs evoking the geographical area with which a designation of origin is associated may constitute evocation of that designation, including where such figurative signs are used by a producer established in that region, but whose products, similar

The Geneva Act of the Lisbon Agreement on Appellations of Origin and Geographical Indications has officially entered into force. The European Union’s November 26, 2019, accession permitted the Geneva Act’s entry into force three months later, i.e. on February 26, 2020.

The Geneva Act of the Lisbon Agreement, adopted on May 20, 2015, extends the

Lo scorso 8 ottobre il Parlamento europeo ha approvato la Relazione sulla possibile estensione della protezione delle indicazioni geografiche dell’UE ai prodotti c.d. “non agricoli”.

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L’UE tutela ad oggi le indicazioni geografiche (IG), con riferimento però ai soli prodotti agricoli e alimentari, ai vini, ai vini liquorosi e alle bevande spiritose. Manca quindi una forma di protezione per i c.d. prodotti non agricoli, quali ad esempio i prodotti dell’artigianato locale.

Al termine della consultazione pubblica lanciata sul Libro Verde della Commissione europea, il Parlamento si è pertanto dichiarato favorevole alla concessione di una specifica forma di protezione per i prodotti non agricoli a livello di UE.

Continue Reading Verso una disciplina europea delle Indicazioni Geografiche per i prodotti non agricoli

dop.jpgIn una decisione del 28 aprile scorso il Tribunale di Roma ha affrontato il mai facile tema del conflitto tra i marchi e le indicazioni geografiche, affermando in sostanza che un vero conflitto nemmeno potrebbe esistere, vista la necessità che il marchio abbia capacità distintiva e la connaturata funzione descrittiva, invece, delle indicazioni geografiche.bicchiere vino.jpg

Continue Reading Se è un marchio è un marchio, se è un’indicazione geografica, non può essere un marchio.

Continuerà a Singapore a fine mese (23 – 27 marzo) la battaglia che vede contrapposti gliimage blog.jpg interessi dei produttori vitivinicoli, prevalentemente europei, e l’ICANN, sulla concessione dei domini “.wine” e “.vin”, che potrebbe avere un enorme impatto in materia di tutela delle indicazioni geografiche nel settore del vino dal rischio di frodi e contraffazione in

mbc dop.jpgNelle ultime settimane la Mozzarella di Bufala Campana DOP ha seriamente rischiato l’estinzione per effetto di un cortocircuito legislativo cui si è riusciti a porre rimedio con un decreto del Ministro per le Politiche Agricole pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 24 aprile 2013, giusto in tempo per scongiurare i ritardi che si sarebbero verificati a causa del passaggio di consegne tra il Ministro per le Politiche Agricole dimissionario e quello appena instauratosi con il governo Letta.

In buona sostanza, una norma adottata nell’intento di garantire specifiche esigenze di tutela dei consumatori e quindi, indirettamente, anche l’integrità della denominazione di origine protetta Mozzarella di Bufala Campana, si è trasformata in un vero e proprio boomerang che ha seriamente rischiato di affossare la quarta DOP per importanza in Italia.Continue Reading Il caso Mozzarella di Bufala

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Lo scorso 31 gennaio è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la legge n. 9 del 14 gennaio 2013 recante “Norme sulla qualità e la trasparenza della filiera degli oli di oliva vergini”, definita anche legge “salva olio Made in Italy”. Questa legge introduce nel mercato di oli “Made in Italy” una serie di novità significative dirette da un lato a garantire maggiore trasparenza in materia e dall’altro a combattere il fenomeno della contraffazione nell’ambito del commercio degli oli di oliva vergini.

Va subito detto che questa legge è attualmente in vigore, ma potrà essere motivo di una procedura d’infrazione da parte dell’Unione Europea dal momento che già il suo disegno legislativo, notificato lo scorso 21 novembre 2012 alla Commissione Europea, era stato da quest’ultima sospeso sino al 22 novembre 2013, perché ritenuto in contrasto con la normativa comunitaria vigente in materia.

La Commissione Europea ha infatti sostenuto che il testo legislativo italiano apporti limiti più restrittivi rispetto a quelli fissati dal Regolamento comunitario n. 61/2011 (che modifica il Regolamento comunitario n. 2568/91 relativo alle caratteristiche degli oli d’oliva e degli oli di sansa d’oliva nonché ai metodi di analisi ad essi attinenti) con riferimento alla presenza di alchil esteri nell’olio di oliva vergine. Ed invero, mentre il predetto Regolamento stabilisce che la somma degli etil esteri e di metil esteri degli acidi grassi, insieme definiti alchil esteri, deve essere uguale o inferiore a 75 mg o avere un valore compreso tra i 75 mg e 150 mg, mantenendo un rapporto tra i due valori uguale o inferiore a 1,5, dal momento che un valore elevato di etil esteri sarebbe indice di fermentazione e di cattiva conservazione delle olive, l’Italia porta invece il valore della presenza di alchil esteri negli oli vergini d’oliva a 25/30 mg. E ciò al fine di rafforzare la tutela dell’olio d’olia vergine “Made in Italy” rispetto ad altri tipi di olio con caratteristiche e proprietà organolettiche diverse e non adeguate ed al fine di evitare frodi in danno ai consumatori. Una restrizione questa che, seppur condivisibile dal punto di vista delle finalità di tutela perseguite dall’Italia, sarebbe discriminante per gli oli provenienti da altri Stati membri e prodotti nel rispetto della disciplina comunitaria, con ripercussioni sugli scambi intra-UE.Continue Reading Legge salva-olio: un punto d’arrivo per l’olio Made in Italy?

Sono sempre di più i casi di supposta decettività della comunicazione commerciale circa la reale origine geografica dei prodotti, trattati dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato nel quadro della disciplina sulle pratiche commerciali scorrette o ingannevoli. Benché tecnicamente in questi casi non sia ovviamente applicato il diritto dei marchi, è spesso inevitabile che

lardo colonnata.jpgCon delibera votata all’adunanza del 9 febbraio 2011, l’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato ha adottato una interessante decisione in materia di indicazioni geografiche e pratiche commerciali scorrette.

I fatti. Una società denominata Lardo di Colonnata di Giannarelli S.r.l. produce e commercializza lardo di maiale apponendo sulle confezioni la denominazione della società. Tra